Agnese: “No alle prime donne e alla Serie D, investiamo sui giovani
Simone Vicidomini | La stagione della Fenix Ischia Calcio a 5 si è
conclusa da oltre un mese. La squadra del patron Vincenzo Agnese, dopo
lo scorso anno in cui ha giocato nel torneo CSI, quest’anno è riuscita
ad ottenere un ottimo risultato al suo primo campionato in Serie D
FIGC. Sicuramente sono state gettate le basi per costruire qualcosa di
importante in futuro e parliamo di una società in perfetta salute sia
sotto l’aspetto tecnico che economico. Un grande traguardo è stato
raggiunto anche dall’Under 17 che ha ben figurato in campionato, ma
anche per i tanti iscritti alla prima scuola calcio a 5, l’unica ad oggi
sul nostro territorio. Per tirare un bilancio della stagione appena
conclusasi abbiamo deciso di intervistare ai nostri microfoni il
presidente Vincenzo Agnese, che ci ha raccontato le sue impressioni di
quest’anno, soffermandosi sugli obiettivi futuri.
Presidente
Agnese, è passato oltre più di un mese da quando è terminata la
stagione. La sua squadra quest’anno ha partecipato al suo primo anno in
Serie D, chiudendo con un ottimo risultato a ridosso della zona
play-off. E’ soddisfatto della stagione?
“Soddisfatto si,
sicuramente, perché per essere il primo anno credo che abbiamo ottenuto
dei buoni risultati pur non raggiungendo i play-off. Ce la siamo
giocata in tutte le partite, non ci sono state vere debacle, soltanto
forse in un paio di casi. Abbiamo ricevuto i complimenti da parte di
ogni singola squadra della terraferma per come giocavamo, per la nostra
sportività, per il nostro progetto che hanno avuto modo di seguire
attraverso i social. Abbiamo avuto tante difficoltà come i tanti
infortuni, molti di questi anche seri come nel caso di Massimo Eroico
perso a metà stagione, Enrico Di Meglio per gran parte del girone di
ritorno, i due portieri De Felice e Schiano altre piccole defezioni e
solite dinamiche isolane legate ai viaggi e agli impegni di lavoro.
Certamente si poteva fare meglio ma allo stesso tempo anche peggio
essendo al primo anno in Serie D. L’inesperienza sicuramente ci ha
penalizzato tanto, perché comunque al di là di qualche giocatore che già
aveva fatto quest’esperienza, avevamo tanti giocatori che non avevano
mai giocato una Serie D. Vista la rosa che abbiamo allestito, anche se
non era di primo livello, siamo comunque soddisfatti del campionato e
dei risultati ottenuti. Non è un rammarico, sono semplici dati
oggettivi. Se arrivi a giocartela anche con la prima in classifica e con
la Barrese fuori casa vuol dire che tanto male non hai fatto”.
La
prima squadra ha ben figurato al suo primo campionato come già detto in
apertura, però è doveroso chiederle un commento sul progetto giovani,
ovvero sulla scuola calcio. Ad oggi la Fenix è l’unica sull’isola…
“La
scuola calcio per noi è motivo di vanto ed è il nostro fiore
all’occhiello. In tutti gli sport si comincia sempre dal basso ed invece
non ho mai capito perché nel calcio a 5 ci fossero solo prime squadre.
Per noi è stato un inizio ed è andato benissimo. Abbiamo avuto un 40-50
iscritti circa e per essere il primo anno è stato un successo. Anche in
questo caso abbiamo investito su un allenatore della terraferma e
continueremo a farlo, perché ci teniamo a lavorare in maniera
professionale. Al tempo stesso stiamo cercando di formare i nostri
ragazzi come Marco Mascolo, Elena Solmonese, Iole Patalano, Marcello e
Luca Di Iorio, Giacomo Santaniello, Giò Buono. Sono tutti ragazzi
ischitani che ci hanno dato una mano e che con il passare degli anni
vogliamo formare. Il problema del calcio a 5 isolano è questo: non ci
sono istruttori, non ci sono allenatori, formatori e non ci sono nemmeno
squadre giovanili. Il nostro progetto è improntato sul settore
giovanile e quest’anno abbiamo intenzione di cambiare un po’ di cose
sotto questo aspetto”.
Oltre la scuola calcio ci sono da elogiare anche le formazioni degli under…
“Si questa è stata la sorpresa dell’anno che ci ha dato più
soddisfazioni, anche perché le aspettative erano basse. Abbiamo raccolto
più di quello che ci aspettavamo, non in termini di risultati ma è
stato un successo perché siamo riusciti a fare questo campionato under
17 FIGC, siamo riusciti a portarlo fino alla fine senza perdere un
ragazzo. Tutti si sono impegnati e sacrificati. Il campionato doveva
essere provinciale alla fine è diventato regionale e quindi abbiamo
avuto dei costi enormi. Doveva essere un sodalizio a tre: Fenix, Epomeo e
Mater con quest’ultima che si è tirata fuori e quindi abbiamo condiviso
quest’esperienza con gli amici dell’Epomeo. Nonostante le mille
difficoltà, siamo riusciti a qualificarci nei play-off ma soprattutto
abbiamo visto crescere i ragazzi che al primo allentamento non sapevano
nemmeno dove mettere il pallone e poi hanno finito la stagione giocando a
calcio a 5. Abbiamo appena iniziato e c’è ancora tanto da migliorare.
Quest’anno è andato benissimo ed ora dobbiamo lavorare su questo gruppo
per poter raccogliere frutti gli anni prossimi”.
Mister Pittiglio verrà riconfermato?
“Ora che abbiamo definito gli obbiettivi del progetto ci incontreremo
sicuramente. Per quanto riguardo il suo lavoro svolto il giudizio, posso
dire che è stato strapositivo. Lo ringrazio perché penso che alla Fenix
abbia fatto fare un salto di qualità enorme. E’ sempre stato preciso e
puntale, mai una parola fuori posto e i numeri parlano chiaro. La nostra
intenzione è quella di continuare con Luca Pittiglio soprattutto perché
nel settore giovanile è il top. Bisognerà considerare tante cose anche
perché l’isola ha seri problemi sotto l’aspetto logistico, ma sono certo
che troveremo un accordo”.
In chiusura le chiedo che
idea si è fatto del calcio a 5 sull’isola, anche perché quest’anno ci
sono state ben quattro squadre che hanno partecipato ad una serie D…
“Io non ho la presunzione di dare consigli a qualcuno. Posso dire
quello che penso io, rappresentando quindi l’idea della mia società.
Innanzitutto, questa disgregazione di squadre finisce inevitabilmente
per abbassare il livello, creare rivalità, disguidi che poi ci portano a
non ottenere risultati. L’ultimo risultato l’ha ottenuto soltanto Forio
ed è un risultato che arriva dopo anni di lavoro e soprattutto grazie
ad una dirigenza di livello che, guarda caso, lavora in maniera
professionale. Se guardiamo solo la realtà del comune di Ischia sono
anni che non si vince ma soprattutto non si sta costruendo nulla, si
ottengono retrocessioni e pessimi risultati. Qualcosa che non va
evidentemente c’è. Fino a quando il calcio a 5 sarà semplicemente il
bidone della spazzatura del calcio a 11, fino a quando il calcio a 5
verrà visto come una soluzione di ripiego da praticare sempre e solo con
una mentalità amatoriale, non potremo mai raggiungere livelli
qualitativi importanti perché non c’è la giusta mentalità per affrontare
questo sport. Ecco perché noi abbiamo investito prima su Antonio
Carbone e poi su Luca Pittiglio, ecco perché noi ora vogliamo puntare
sul settore giovanile. Abbiamo preso per il prossimo anno una decisione
forte…”
Quale?
“Quella di tagliare la
prima squadra. Usciremo dal circuito della Serie D, al massimo faremo
qualche torneo giusto per quei ragazzi che si vorranno divertire con
noi. Il nostro progetto è quello di allestire almeno tre squadre, under
15,17 e 19 oltre al discorso di scuola calcio a 5 e chiaramente ti parlo
di campionati di FIGC. Abbiamo deciso di tagliare la prima squadra
perché da un lato abbiamo ottenuto dei risultati sportivi secondo me
positivi come dicevo prima, dall’altra parte abbiamo ottenuto dei
pessimi risultati dal punto di vista umano. Ci sono state tante cose che
non mi sono piaciute sia durante l’anno che in questa prima fase di
mercato. Sull’isola non c’è un numero sufficientemente valido di
giocatori e siamo ancor di più carenti sotto il profilo umano. Fatta
eccezione per pochissimi giocatori, non ci sono persone che sappiano
relazionarsi con un contesto organizzato, avere rispetto dei ruoli e
soprattutto la capacità di distinguere chi vuole portare avanti un
progetto serio e chi invece fa sport senza programmare e costruire
nulla. Rispetto la realtà amatoriale, ma è un modo di fare calcio a 5
che non ci appartiene. Siamo nati con l’obiettivo di creare una nuova
generazione di giocatori. Abbiamo dato la possibilità a diversi ragazzi
di cambiare la propria mentalità, ma abbiamo capito che non vogliono
cambiarla e che sono convinti di conoscere questo sport meglio di chi
magari è preparato, ha studiato e ha più esperienza. Classica mentalità e
presunzione ischitana, ragion per cui preferiamo puntare sui giovani e
‘mentalizzarli’ nella maniera più sana possibile con la speranza che tra
qualche anno possiamo ritornare nel circuito della prima squadra, ma
non con le vecchie volpi o con i fenomeni, con giocatori nuovi. Basta
con queste prime donne. Abbiamo dato la possibilità di mettersi in gioco
a giocatori che non conosceva nessuno, ad altri che addirittura erano
infortunati curandoli a nostre spese e alla fine dell’anno ti vengono a
dire ‘o fai la Serie D o noi non sappiamo se ci siamo’. Lì dovevamo
capire che la serie D non andava fatta e la dimostrazione del non
attaccamento al progetto l’abbiamo avuta per i comportamenti visti poi
tutto l’anno. Mi dispiace per i pochi che hanno sposato il progetto con
orgoglio e hanno fatto di tutto per darci una mano. Il mio rimpianto è
solo per loro che saranno costretti o a spostarsi altrove o a smettere
di giocare. Non tutti i mali vengono per nuocere e non è mia abitudine
sputare sul piatto da cui ho mangiato. Tuttavia, mentre in passato si è
perseverato nel dare fiducia a persone con questa mentalità, la Fenix
non sbaglierà una seconda volta. Poco importa se verremo criticati, in
due anni si sono visti i fatti. Abbiamo un’idea precisa che è quella di
puntare sui giovani e continueremo ad insistere su questa linea”.